martedì 4 settembre 2012

Monti - Hollande "questa TAV s'ha da fare"

Marco Cedolin
Dopo avere ricevuto il presidente francese Hollande a Villa Madama, nel corso della conferenza stampa che ha fatto seguito al vertice italo - francese, Mario Monti ha affermato fra le altre cose che fra i due paesi esiste "uniformità di vedute anche sulla tav: i governi di Italia e Francia confermano la volontà di completare la Torino - Lione". Anticipando il fatto che il prossimo incontro bilaterale si terrà proprio a Lione,"segno concreto della volontà dei nostri paesi di dare completa realizzazione a quell'opera di alto interesse che è la Tav tra Torino e Lione".
Alla luce di queste esternazioni, molti potrebbero domandarsi che fine abbiano fatto i dubbi riguardo all'opportunità di dare seguito al progetto TAV Torino - Lione, esternati nel mese di luglio dal ministro al Bilancio francese Jerome Cahuzac e pubblicati a suo tempo dal quotidiano Le Figaro....


E la commissione di esperti che avrebbe dovuto essere nominata a questo riguardo, con il compito di classificare i progetti in ordine di priorità e presentare entro la fine dell'anno una relazione all'interno della quale venissero individuate le tratte meno "convenienti", affinché il governo francese potesse procedere con i tagli delle stesse.

Fatto salvo che già in quell'occasione scegliemmo di guardare alla notizia con estrema prudenza, dal momento che gli interessi delle cosche e delle banche (ma esiste differenza?) che ruotano intorno alla costruzione dell'opera sono mostruosi e si muovono su un piano inclinato del tutto indifferente alla congiuntura economica e all'utilità pressoché nulla dell'infrastruttura, la sensazione è quella che come sempre si tratti comunque di slogan e facili proclami, utili per accativarsi le simpatie dell'opinione pubblica che si ciba di giornalacci e si abbevera alla fonte dei TG.

Hollande, fin dal momento del proprio insediamento all'Eliseo ha ribadito la volontà di procedere alla costruzione del TAV Torino - Lione e nonostante nei mesi successivi siano nate all'interno del governo francese profonde perplessità riguardo al futuro dei pesanti progetti concernenti le nuove linee ad alta velocità, non stupisce più di tanto il fatto che il presidente abbia mantenuto la propria opinione.

Si tratta in questo caso di una presa di posizione politica che fa da contraltare alle decisioni tecniche ventilate da Le Figaro e va ad innescarsi fra le pieghe di una congiuntura economica tanto dinamica quanto drammatica in Francia come in Italia. Dietro l'angolo dei proclami si nascondono i fatti e spesso gli angoli sono fonti di grandi sorprese. Fra di esse ci dispiacerebbe dover constatare quella di un governo italiano disposto ad accollarsi una parte ancora più cospicua dei costi dell'opera, già oggi profondamente sbilanciati a favore dei francesi.

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